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Allo studio nuove bombole "pulite" tra sicurezza e transizione energetica

Writer's picture: SFBMSFBM

La SFBM società del gruppo Gestore servizi elettrici (Gse, controllato dal ministero dell'Economia), alla quale è stato affidato l'incarico dal decreto energia di svolgere una ricerca sulla sicurezza delle bombole ad idrogeno ad uso autotrazione. D'altra parte, oggi le auto ad idrogeno sono una realtà in alcuni Paesi come la Francia dove circolano taxi Toyota Mirai e, per restare in Italia, a Bolzano con i suoi autobus ad idrogeno. Molte municipalizzate, tra cui la Tper dell'Emilia-Romagna, hanno acquistato bus ad H2.

«Noi che ci occupiamo della sicurezza delle bombole a metano da oltre 50 anni stiamo lavorando per far sì che questi mezzi circolino in piena sicurezza, grazie a test idonei, analisi dei tempi di collaudo e revisione delle bombole» spiega l'amministratore unico della società, Marco Mele.

«È necessario che l'idrogeno venga utilizzato nel settore dell'autotrazione per contribuire alla riduzione delle emissioni perché l'elettrico, da solo, non

è in grado di soddisfare tutte le esigenze - aggiunge -.

Abbiamo visto quel che è successo a Chicago con il blocco delle auto elettriche a causa delle temperature arrivate a-30 gradi. Ed è soltanto una delle criticità dell'elettrico, tra cui non possiamo non ricordare il problema delle materie prime, dello smaltimento delle batterie, dei tempi di ricarica e della carenza di colonnine».


Articolo completo di Giancarlo Salemi disponibile su quotidiano Avvenire




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